Ciao a tutti! Inizio il racconto di oggi partendo dalla cena di ieri sera. Vi avevo già mostrato i piatti, in particolare quello scelto da Gianni: Abbacchio Cacio e Ova. Lo ha apprezzato moltissimo, ma… stamattina sembrava reduce dalla maratona di Torino! Provato, stanco, dice di aver fatto incubi pieni di gente "poco geniale" — ho riso tantissimo.
Vediamo cosa deciderà di mangiare stasera… Ieri sera abbiamo cercato di concordare un percorso che andasse bene per entrambi. Avevamo pensato a un passaggio da Amatrice e alla salita verso il lago di Campotosto: 1200 metri di dislivello e poi 40 km di discesa, ma le temperature troppo basse ci hanno fatto desistere.
Abbiamo scelto quindi una variante più prudente: direzione Teramo, passando per il Parco del Gran Sasso e il passo delle Capannelle.
Partiamo senza seguire la traccia GPS, ma trovare la statale per Teramo è semplice. Prima, però, colazione! Gianni individua una pasticceria… una vera delizia, avrei voluto assaggiare tutto.
Usciti dalla periferia de L’Aquila, troviamo un po’ di traffico, ma l’atmosfera è rilassata. Ci avviciniamo alla fine di questo tour, e vogliamo goderci gli ultimi chilometri. Al bivio per Teramo inizia la salita verso il passo delle Capannelle: una strada ampia, asfaltata alla perfezione, regolare, con 13 km di pendenza dolce.
Peccato fosse sabato: tanti motociclisti, per fortuna quasi tutti rispettosi, tranne il solito paio da manuale dell’imbecille. Sebbene si stesse salendo, il freddo era pungente. Siamo bardati a strati, ma ne valeva la pena: a sinistra la vallata con vista verso il Terminillo, a destra il maestoso
Gran Sasso ancora innevato. In cima al passo ci copriamo ancora: ci aspettano 20 km di discesa all’ombra. Facciamo qualche sosta per scattare foto, ma il freddo si fa sentire: inizio a tremare, non riesco a restare lucido.
Dopo circa 10 km troviamo un bar. Tante moto parcheggiate che facciamo fatica a trovare posto per le bici. Ci scaldiamo con un cappuccino bollente, poi via di nuovo.
La discesa si rivela più impegnativa del previsto: tratti di asfalto rovinati, cantieri, ma il paesaggio compensa. La valle si chiude attorno a noi e le pareti rocciose disegnano scenari affascinanti.
Arrivati a Val Vomano decidiamo di allungare la tappa verso Roseto degli Abruzzi. Per renderla ancora più interessante, saliamo ad Atri, la città dei Calanchi. Una salita regolare di circa 10 km; dopo 5 km iniziano a vedersi i primi calanchi, scattiamo qualche foto ma non ci soddisfano del tutto.
Atri si presenta come una cittadina molto bella, con un centro storico racchiuso dalle mura. Pare che quest’anno verrà nominata Città della Cultura. Volevamo fermarci qui per la notte, ma purtroppo tutti i B&B sono al completo. Facciamo comunque un bel giro per il paese.
Costretti a proseguire, scendiamo verso Silvi Marina. Gianni propone: "Vediamo se troviamo un agriturismo." Al secondo tentativo andata: trovato! Per la prima volta dormiremo in agriturismo… ma ceneremo altrove.
Ci dirigiamo al ristorante-pizzeria Gallonero: cucina abruzzese anche stasera, e non ci dispiace affatto. Il personale è gentile, ci spiegano ogni piatto nel dettaglio. Anche stavolta abbiamo esagerato: io ho assaggiato gli arrosticini… speriamo non mi svegli come Gianni stamattina!
Oggi c’è poco da raccontare: abbiamo pedalato a testa bassa, con decisione. Da domani, a parte l'incontro con Daniele, tutta la mia curiosità sarà rivolta alla ciclabile dei Trabocchi.
Notte!
Grande Massy, riesci a lavorare anche se sei in trasferta, grazie per le opportune correzioni, quando rientriamo entrambi, parliamo del futuro
RispondiEliminaAtri è bellissima, l'ho scoperta tardi, pur abitando a pochi chilometri, le chiese sono fantastiche, ovunque vai si respira storia, ottimo il cibo
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