Buongiorno, la cena dal Gallo nero, non ci ha lasciato
residui di cibo pesante, nessun incubo notturno, ci siamo abituati al
cibo abruzzese, buono, con molti di ingredienti che possono dare
problemi di digestione. Una veloce colazione ed andiamo a percorrere gli
ultimi km del nostro tour 2025.
Una tappa tranquilla, pochi
obbiettivi, avevo già pedalato in questa zona in occasione del viaggio
con Lamberto, Torino -Palermo, nel progetto iniziale l'obbiettivo era
Torino di Sangro con il passaggio da Paglieta, per salutare la famiglia.
Coccia capitanata dai vulcanici fratelli Pierino e Daniele, Pierino
lavora e Daniele ci verrà incontro nella ciclabile dei trabocchi.
Oggi siamo molto rilassati. È l’ultima tappa di questo viaggio e cerchiamo di evitare la Statale Adriatica, comunque poco trafficata. Seguiamo le ciclabili presenti, che però spesso ci costringono a deviazioni tortuose tra lungomare e strade del centro, a volte bloccate da furgoni o automobilisti incivili che le usano come parcheggio. Non ho voglia di litigare, ma constato l’inciviltà di alcuni.
Passiamo Pescara indenni, sperando che sulla ciclabile dei Trabocchi vada meglio. In una delle tante deviazioni, ci affianca un biker: ci chiede dove siamo diretti e si offre di accompagnarci fino all’inizio della ciclabile. Purtroppo non cambia molto: ancora slalom tra traffico e marciapiedi, fino a Ortona.
Eccolo, il faro di Ortona, come a segnare l’inizio della Costa dei Trabocchi. Da qui parte la bellissima ciclabile realizzata sull’ex ferrovia, oggi affollatissima: pedoni, bici, passeggini, pattini, monopattini… In certi tratti dobbiamo fermarci. È domenica, e vicino ai paesi diventa persino pericolosa. Facciamo qualche foto ai trabocchi, ma ci rassegniamo al ritmo lento e continuiamo con calma.
Osservo il tracciato e, inevitabilmente, lo confronto con quello ligure. Per anni ho lavorato nel mondo degli impianti sportivi, e anche in vacanza mi capita sempre di osservare come vengono gestite le strutture. Mi chiedo perché molte amministrazioni non prendano spunto da chi ha fatto bene… Ma alla fine mi dico: meglio così che niente. Il fatto che questa ciclabile esista è già una grande conquista, e aiuta a far crescere la cultura della bici.
Arriviamo a San Vito Chietino e chiamo Daniele. Mi risponde: "Dove siete?" Ci spieghiamo… e scopriamo di essere a 50 metri di distanza, ma continuiamo a parlarci al telefono! Risate, un lungo abbraccio: sono un po’ emozionato. Daniele è esattamente come Oriana me l’aveva descritto: autentico, concreto, e come il fratello Pierino, un vero vulcano di simpatia. Con lui ci sono Rina e il figlio Federico, che ha un sorriso contagioso: la copia del padre!
Ci fermiamo per un aperitivo e parliamo di tutto. Un modo per conoscerci meglio. A giugno verranno a Torino, sarà una bella occasione per stare più a lungo insieme. La sosta si prolunga, ma dobbiamo ripartire. Li salutiamo e riprendiamo la ciclabile. La giornata è splendida, il mare si stende calmo, le spiagge sono immense. Non fa caldo, ma tanti prendono il sole.
Alcuni ciclisti ci avevano avvisato che la ciclabile ha delle interruzioni, ma io, fiducioso della mia traccia Komoot, proseguo tranquillo. Fino a quando… eccolo, il solito scherzetto: ci ritroviamo su una strada sterrata e infangata. Decidiamo comunque di affrontarla, perché l’alternativa è la Statale. Ma il tratto finale è un sentiero chiuso dalla vegetazione e tutto in salita. Neanche con una MTB si sarebbe riusciti a pedalare. Spingiamo le bici a mano, io con il carrellino che si sgancia quattro volte. Arrivati in cima siamo stremati, e io anche parecchio nervoso. Komoot, anche se impostato su “bici da corsa”, spesso ti infila su strade impraticabili…
Ripresa la Statale Adriatica, mancano pochi chilometri a Vasto. Salita dolce, domenica tranquilla, profumo di barbecue nell’aria: ci torna l’appetito. Entriamo a Vasto e ci dirigiamo verso il centro. È davvero bello. Il centro storico è raccolto ma curato, con chiese, il castello, piazze ordinate e un belvedere che si affaccia su Vasto Marina e San Salvo. I carruggi sono stretti e ben tenuti. A sinistra, in lontananza, si vede ancora la Maiella innevata.
Pranziamo con un gelato “alla siciliana” e scendiamo a Vasto Marina. Albergo, doccia, e ultima cena in Abruzzo: anche qui, piatti squisiti.
Tornato a casa, la prima cosa che faccio è salire sulla bilancia: voglio capire se per dimagrire devo pedalare in Francia o in Germania con Cubo.
Massy sei davvero bravo, grande mi fai dempre una grande mano, non avevo lo spirito e la fantasia che di solito ho. Spero di incontrarti presto per parlare un po' di futuro
RispondiEliminaChe avventura! Solo tu puoi affrontare certe situazioni così difficili 😣 un abbraccio da Enzo
RispondiEliminaAnche quest' anno Lorenzo ha organizzato un bellissimo viaggio e anche se gli anni passano riusciamo ancora a divertirci senza sentire la fatica accompagnati da posti indimenticabili. Grazie al cubo viaggiatore ogni tanto vado a rivederli per avere sempre il ricordo presente.
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