Sveglia alle 6:30 e alle 8:00 saremmo pronti a partire se non fosse che troviamo nuovamente a terra la ruota della bici di Leo riparata il giorno prima. Forse non era stato fatto un intervento a regola d’arte e viene quindi ripetuto, poi via in paese a procurarci gli alimenti per il viaggio che troviamo in un minimarket in cui pare valere la regola di fare tutto con molta, molta calma. Cerchiamo anche una nuova camera d'aria, per sicurezza e la troviamo presso un “benzinaio-venditutto”. Abbiamo un po’ di difficoltà nel riuscire a farci capire sulla misura della ruota, ma poi ci riusciamo e così partiamo più tranquilli anche per la robusta gonfiata data ai pneumatici.
In pratica lasciamo il paese che sono le 9:00 e percorriamo i 13 km in lieve salita che precedono l’inizio dei tornanti su una strada dall’asfalto molto grossolano e poco scorrevole che si inoltra in una assolata vallata dai bassi arbusti solcata da un torrente in cui non scorre nemmeno una goccia d’acqua.
Al dodicesimo chilometro, altitudine 280m, dietro una curva si scorge il pittoresco monastero di ELONA aggrappato (e incastonato) alle rocce rossastre. Sosta fotografica e ristoratrice presso una fontanella che lascia uscire
appena un bicchiere d’acqua al minuto. Un chilometro più avanti, in
corrispondenza dell’unico bivio presente nei 31 km fino a KOSMAS, la
strada inizia ad inerpicarsi per dei tornanti “tipo Stelvio”.
Saliamo a 6-7 km/h, praticamente a passo d’uomo, su un asfalto discreto ma completamente al sole anche se per noi gli dèi hanno riservato un trattamento speciale, il cielo è velato e la nostra ombra sull’asfalto è appena percettibile. Meno male! Eravamo convinti che i tornanti fossero nel bosco ma ci eravamo fatti un’idea sbagliata. Piante alte non ce ne sono proprio, ma solo arbusti alti non più di un paio di metri e, considerando l’ora, non certamente in grado di produrre ombra sulla strada. Dopo quasi un’ora e 5 km fatti dal bivio, a 500m di altitudine siamo
all’altezza del monastero che raggiungiamo percorrendo una stradina
quasi pianeggiante di alcune decine di metri.
Non lo visitiamo, è giustamente richiesto un abito “decoroso” e noi oltre ad essere in canottiera e calzoncini non abbiamo nemmeno troppo tempo da dedicargli. Scattiamo qualche foto e riprendiamo la marcia. La ruota riparata la mattina perde lentamente pressione e per un paio di volte è necessario rigonfiarla. Dopo altri 6 km (23 da LEONIDIO) a quota 830m i tornanti si esauriscono
per lasciar spazio ad un lungo falsopiano che si estende a ridosso di un
lungo costone ricoperto da piante di alto fusto.
Il falsopiano è proprio falso perché di lì al km 31 di KOSMAS ci sono altri 250m di dislivello. Per tutta la salita vediamo alcuni camion, qualche camper e poche auto, per lo più di turisti. Da una di queste, straniera, una signora ci rivolge un gradito e gratificante applauso. Effettivamente riteniamo che non siano tanto frequenti quelli che fanno questo percorso in bici. Alle 14:00 entriamo nella piazza del paese tanto spesso nominato e agognato. E’ una bella e tranquilla piazza, ben tenuta ed ombreggiata da quattro enormi alberi sotto cui trovano posto, oltre alla strada che la attraversa, poche auto e i tavolini di tre modesti esercizi, una taverna una trattoria e un bar.
Da quello che scegliamo per rifocillarci esce una giovane signora inglese che ci aveva superato in auto e salutato durante la salita, anch’ella applaudendoci e rivolgendoci complimenti per l’impresa, restiamo piacevolmente sorpresi e ringraziamo per i graditi apprezzamenti. Prendiamo una abbondante insalata greca e una birra, la stanchezza ha sopraffatto anche la fame e più che mangiare ci riposiamo.
Ci si avvicina una coppia di belgi che anch’essi ci hanno superato sulla salita, facciamo conversazione in francese, anche loro si complimentano con noi e si stupiscono un po’ quando gli diciamo che stiamo facendo il giro del PELOPONNESO con le sole bici e che due anni prima abbiamo fatto quello della CORSICA. Rifocillati e riposati riprendiamo la marcia per alcuni altri chilometri in leggera salita fino a raggiungere il “tetto” dell’intero nostro giro: 1.180m.
Prima della ripida e bella discesa ci copriamo perché il versante che stiamo per affrontare è completamente diverso dall’altro. Il cielo è coperto e in lontananza è decisamente grigio. Ci gettiamo a capofitto sulla quindicina di km in discesa che portano verso il bivio per GERAKI raggiungendo la velocità massima di quasi 60km/h, il traffico è quasi assente. Meno male che l’abbiamo fatta velocemente perché di lì a poco comincia a cadere qualche gocciolone. Ci fermiamo giusto il tempo per mettere i k-way e via nuovamente. Alla meta di GITHIO mancano ancora 40km e nel cielo “risplende”.... il grigio scuro.
Ad un certo punto, un po’ disorientati su dove fossimo, chiediamo indicazioni ad un gruppo di uomini seduti ad un tavolo di un bar-ristorante. Ci confermano (e ci rincuorano) di essere sulla strada giusta e, avendo capito che siamo italiani, ci salutano aggiungendo in coro ”Milan, Milan”! La pioggia a tratti molto rada, a tratti più fitta, ci accompagna fino a SKALA
quando decide di fare sul serio e da quel momento, per gli ultimi 20
km, che attraversano numerosi aranceti, cade non troppo violenta ma
incessante. Arriviamo sul lungomare di GITHIO accolti dalla strada semi-allagata e da cumuli di rifiuti intorno ai cassonetti. Accoglienza da dimenticare!
Andiamo fino in fondo al paese e all’altezza della penisoletta di MARATHONISI troviamo l’alloggio che la guida Planet proponeva: Xenia Karlaftis rooms to rent. E’ uno dei tanti vecchi edifici affiancati di fronte al porto adibiti ad
alloggi, bar, ristoranti o altri esercizi turistici. Ci accoglie la
signora Voula che ci trova il posto per le bici in un sottoscala, ci
dice che la camera in cui ci accompagna costa 30€ compreso l’uso di una
cucina per gli ospiti che vogliano usufruirne. Poco dopo entrati in
camera, bussano alla porta: è Voula, ha un vassoio con due bicchieri
d’acqua, due con del succo d’arancio e dei biscotti. Rimaniamo sorpresi e
ringraziamo cordialmente per l’inaspettata accoglienza. I locali sono modesti ma i sentimenti sono forti e sinceri. Vuotiamo
completamente borse e borselli e facciamo l’inventario delle cose che si
sono bagnate con particolare attenzione a denaro, documenti e biglietti
della nave
L’esito è confortante, le borse hanno assolto egregiamente il loro compito, poche cose si sono inumidite, anche grazie all’oculatezza della Lori nel mettere ogni cosa in buste e sacchetti di plastica. Fatta la doccia e rassettata la camera dalle cose sparse precedentemente, usciamo nel ristorante attiguo, piove ancora, poco dopo ci raggiungono tre motociclisti di Reggio Emilia, anche loro arrivati poco dopo di noi nella pensione di Voula. Mangiamo e beviamo a sazietà e alla fine chiediamo una camomilla, ma non riuscendo a farci capire chiediamo un te. Ci portano acqua calda (anzi, bollente) con una bustina di te, una tisana e una di camomilla, ci guardiamo in faccia perplessi e ci scappa una risata. Il conto dice 15,50€ niente male! Ci intratteniamo un po’ con i signori reggiani a scambiare opinioni sui greci e la GRECIA, che loro stanno visitando per la quarta volta, lo scorso anno sono stati in CORSICA. Eccola di nuovo! L’isola francese sembra rincorrerci! Mentre stiamo per uscire, alla televisione trasmettono le previsioni meteo, per domani non sono molto incoraggianti e il nostro umore non migliora. Speriamo di non restare bloccati qui, è stato messo in conto di restare un giorno fermi nella eventualità di maltempo ma comunque non fa certo piacere trovarcisi. Ce ne andiamo a dormire perché non c’è proprio alternativa.
Sesta Tappa: Githio - Stoupa --> |
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