"Eccomi pronto per raccontarvi l’ultima lunga tappa in Sicilia. Malgrado la tappa di ieri in assoluto relax da cicloturista, questa mattina ho fatto fatica a mettermi in piedi, ma penso sia colpa dell’abbondante cena di ieri sera, Lina si è superata, e forse oggi rimpiangerò tutto il cibo che non sono riuscito ad assaggiare.
Ho una cinquantina di km prima di raggiungere il paese Milena, li al bivio per lo scorrimento veloce mi aspettava Alessandro, che oggi finalmente avrebbe pedalato con me, Adelaide, Pippo ed Enzo.Da subito molto titubanti su che strada affrontare, io però avendo fatto i km precedenti all’incontro tra le colline del Nissese, ho subito detto che avremo dovuto rischiare e fare la strada a scorrimento veloce, con quel caldo e tutta quella salita sarebbe stato impossibile chiudere la tappa.
Siamo saliti sempre costantemente, una lunga salita di circa 50 km con pendenze che andavano dal 2 al 4%, qualche volta pure con aria contro, mi consolava il fatto che poi saremmo scesi. Abbiamo pedalato con costanza e siamo saliti sempre con buone andature, Pippo è stato un ottimo apri pista, i primi km ci siamo alternati sempre io e lui, poi Adelaide ha dato la bici ad Alessandro e così lo abbiamo visto pedalare.
Ragazzi che gambetta il cinghiale, praticamente malgrado pedalasse con la bici di Adelaide, andava su come un treno, si vedeva che la sosta forzata gli aveva dato la carica, anche se poi dopo una decina di km aveva il fondo schiena in fiamme. Ragazzi questa salita non finiva più, ci si avvicinava alle montagne, ma quando si raggiungeva un colle, dietro ne compariva un altro.
La strada non permetteva soste. Poi finalmente eccoci in cima, il mio navigatore segnava 124 km, ne mancavano indicativamente altri 35, tutto sommato contento e soddisfatto, ma arriva la telefonata di Francesco che avrebbe dovuto scortarmi insieme a Sergio fino a Bagheria ci dice che da li saremo dovuti uscire, scendere per una decina di Km e poi risalire su Caccamo per poi scendere in Termini Imirese, malgrado vedevo davanti a me una lunga discesa, ho dovuto accettare il suo consiglio e fidarmi della loro conoscenza del territorio.
Comunque dopo tanta salita, una bruttissima notizia, bruttissima salita, ovvero la salita e il paesaggio erano davvero molto belli, il lago di Caccamo affascinante, i colori e le montagne che ci sovrastavano, malgrado i pochi km che ci separavano dalla costa, sembravano un paesaggio di alta montagna.
Il paese di Caccamo bello e ordinato, lo abbiamo attraversato, e poi finalmente lo scolliniamo, un paio di km in discesa ed ecco Sergio il ragazzo della mia prediletta Sara, pensate malgrado il forte legame tra me e Sara, con Sergio solo qualche dialogo a mezzo di messaggi sui Social, pedala da pochi mesi e dai profili dei suoi allenamenti deve avere una bella gamba.
In pochi minuti ci siamo detti un sacco di cose, compreso data del suo matrimonio, dove non devo assolutamente mancare, eravamo entrambi felici di conoscerci. Ancora un po’ di km ed ecco Francesco, un incontro importante, Francesco un Biker di Palermo che insieme al padre e al gruppo ciclistico di Bagheria, avrebbero voluto farmi accogliere in Municipio, ma per una serie di motivi non è stato possibile.
Alessandro, Adelaide e Pippo che mi avevano scortato fino all’incontro con Francesco e Sergio, decidono di salire in auto e tornare a casa a Palermo, li avrei rivisti l’indomani nell’ultima tappa in Sicilia. Ormai quando Alessandro mi lasciava venivo preso da un senso d’insicurezza, perché mi sentivo non più autonomo e mi lasciavo guidare da lui, al massimo abbozzavo a qualche domanda, ma credetemi questo Alessandro è davvero un personaggio incredibile.
Erano le 16 e io volevo arrivare a Bagheria. Alla domanda quando arriviamo a Bagheria, Entrambi mi hanno detto, che c’erano ancora 25 km da percorrere, 10 km di discesa e 15 di mangia e bevi, guardando il mio carrellino mi dicono che c’era un’ora di strada ma con il mio traino, ci avremmo messo una mezz'oretta in più.
In discesa ho fatto vedere ad entrambi le doti del mio carrellino e se con un po’ di presuntuosità, anche le mie capacità di guida, poi al fondo ho cercato di non mollare, ero molto stanco, ma l’eccitazione di arrivare al paese natio, mi ha dato la forza di spingere e il percorso è stato chiuso in un’ora.
Arrivato sotto casa dei miei carissimi amici, già da lontano sentivo le grida di benvenuto, erano tutti sul balcone ad aspettarmi, Sara e Sergio hanno fatto davvero un grande lavoro par avermi li quel giorno e soprattutto a quell’ora, si festeggiava il 25° anno di matrimonio di Ignazio e Rosena, e qui come da usanza, si ripete la cerimonia, pranzo e festa fino a notte, da subito il mio unico imbarazzo, il mio abbigliamento, un Jeans e una maglietta e scarpe da ginnastica, ma anche qui il mio imbarazzo per le tantissime persone che non mi conoscevano, è durato pochissimo. Sara aveva preparato a mia insaputa una letterina che ha poi fatto leggere a Ciccio il deejay che ha allietato la serata con musica e animazione:
“Caro Lorenzo,
la prima volta che ti ho visto sono rimasta impressionata dalla grandezza delle tue mani… ciò perché non conoscevo ancora il tuo cuore… ma rispetto a questo le mani diventano minuscole!
Sei una persona fantastica!
Sei gioia, amore, forza, sorrisi… ma soprattutto sei speranza!
Complimenti per tutto!
Ti voglio bene”.
Un grande silenzio per le belle parole di Sara, tanta emozione per me, e poi un breve discorso e spiegazione del mio viaggio, da quel momento in avanti tutti quelli che incrociavano il mio sguardo abbozzavano ad un sincero sorriso e nessuno faceva più caso al mio abbigliamento che non aveva nulla di cerimoniale. Una bella serata, una bellissima festa, tante conoscenze, tante domande, ma la stanchezza stava per prendere il sopravvento, era passata la mezzanotte e ancora c’era tanto che bolliva in pentola. Ho tenuto duro perché sapevo che l’indomani non avrei percorso tanti km. Intorno all’una di notte, i saluti e poi finalmente a casa, avevo ancora tante cose da fare e al mattino alle 7,30 avevo appuntamento con Francesco, suo padre Antonio e altri componenti dell’Associazione di ciclisti di Bagheria. Ho dormito a casa di Franca e Michele, loro mi hanno visto nascere e tutte le volte che vado a Bagheria mi trattano come un figlio, al mattino li ho costretti a fare una levataccia, i saluti, tante promesse che devo cercare di mantenere perché sono persone splendide."
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