sabato 28 maggio 2016

Quattordicesima Tappa: Paternò - Calascibetta

Eccomi qua, così come accordi presi con Alessandro davanti alla chiesa della Matrice di Paternò. Malgrado la nottata mi sento bene, sono in netto anticipo, mi seggo sui gradini della chiesa, mi guardo intorno per cercare di capire da che parte sarebbe arrivato Alessandro, e sopratutto come riconoscerlo. Lascio la bici con il carrello in bella vista, passano 35 minuti ed ecco che sento strombettare e chiamare; "Ciao Campione"!!!

Era Alessandro accompagnato da quattro fanciulle, Valeria, Emilia, Ketti, Adelaide e da Enzo che dava man forte alle figure maschili, due auto, tutte le bici caricate, un vocio incredibile, ero un po' perso nell'osservare tanto entusiasmo, ci è voluto un po' per capire cosa stesse succedendo e chi avrebbe pedalato con me, ma vedere Alessandro con la sua operatività mi ha fatto stare davvero bene, dopo 5 minuti lo guardavo e sembrava lo conoscessi da sempre.

E' stato davvero un grande incontro, anche le ragazze simpaticissime, ho fatto un po' fatica a memorizzare i loro nomi, dopo una decina di km mi sono sentito come se con me ci fosse ancora Lamberto, quindi voleva dire che avevo ripreso un po' di fiducia e buon umore, ho osservato le ragazze, le loro biciclette e per deformazione professionale la posizione in bicicletta, e pedalando mi sono concentrato nel dare consigli, sentivo dal loro sguardo tanta stima e ammirazione, un grande incontro.

Poi ragazzi Alessandro, un vulcano, iperattivo, non stava fermo un attimo e la sua voce era presente ad ogni pedalata, con l'auto ci sorpassava, fotografava, un continuo su e giù per la strada che era deserta. Dopo un ventina di km la temperatura cominciava a diventare insopportabile, alle undici 35 gradi e il vero caldo doveva ancora arrivare.

Abbiamo fatto tante soste, qualcuna per bere acqua fresca e tante altre per fare foto ad un paesaggio incredibilmente arido e giallo bruciato dal sole, comunque anche queste immense colline deserte e tutte coltivate avevano il loro fascino, i pochi casolari che si incontravano erano tutti abbandonati, e lungo la ferrovia che secondo me era non era operativa, tante piccole stazioni abbandonate, davvero se fossi stato solo, avrei avuto seri problemi, ci pensavo in continuazione e spesso osservavo Alessandro e la sua frenesia nel parlare e muoversi, davvero un vulcano.

Ormai le temperature sono impossibili, leggo sul mio navigatore 44,9 gradi, l’acqua è quasi finita, in lontananza si scorge Enna, il capoluogo più alto d’Italia, e sull’altro promontorio Calascibetta , da lontano sembravano non le tre ma le due cime di Lavaredo. Alessandro decide di andare in auto fino ad Enna per potersi fornire di acqua e cibo.

Sembra incredibile ma la temperatura ha reso difficile una tappa che dal chilometraggio e altimetria sembrava facile, comincia la salita vera, comincio a sentire il peso del carrello, ho le gambe vuote e anche le ragazze stanno cedendo.

Valeria sudava e aveva freddo e l’abbiamo convinta a salire in auto, comunque analizzando le pedalate delle ragazze, devo riconoscere che sono state grandi, e determinate, Valeria praticamente alle prime uscite ha tenuto benissimo, Emilia in pianura era un treno, mentre Ketti e Adelaide erano sempre in fuga, Enzo ha pedalato con costanza ed è stato un ottimo assistente nei rifornimenti.

Ecco tornare Alessandro, sempre sorridente e soddisfatto, ci aveva portato acqua e dei panini ben imbottiti da mangiare, non siamo in ritardo e allora ci siamo seduti sull’asfalto, dissetati e mangiato.

Mancavano ancora una decina di km, ma i più difficili, tra me e me speravo che Marilù e Paolo abitassero all’inizio del paese, invece dopo aver sentito Marilù al telefono, siamo stati presi da un po’ di scoramento, abitavano in cima al paese dove finisce la strada. L’ultimo km in paese era ancora più duro di quelli precedenti, ma poi finalmente eco Marilù che dal terrazzo mi salutava.

Siamo arrivati, un lungo abbraccio con Marilù e con tutta la carovana siamo saliti in casa, Marilù consapevole del caldo si era attrezzata di acqua fresca e bevande varie, le abbiamo svuotato il frigo, non si finiva più di bere, poi siamo scesi, la casa di Marilù è situato in cima al paese davanti alla chiesa Madre e da li sui due fronti un bellissimo belvedere, foto di rito con tutti. Ho chiesto ad Alessandro di evitare di venire a prendermi anche per la tappa successiva, ma di vederci poi per la tappa Delia - Bagheria, non ho fatto fatica a convincerlo, erano tutti provati dalla fatica.

Io e Marilù li abbiamo salutati, due parole e poi mi ha indicato la strada per il b&b. Davanti a questo una bella ragazza ad aspettarmi, controllo l’orologio, sono le 16,30, e in tv avrei potuto assistere all’arrivo di tappa che avrebbe determinato il vincitore del giro d’Italia 2016.

La ragazza intenta a spiegarmi il funzionamento di luce doccia e porte, ad certo punto l’ho bruscamente interrotta e chiesto di accendermi il tv, dicendo che ero fresco e che non mi sarei lavato, acceso il tv e sentito il commento escogitato della fuga di Nibali, ha capito e mi ha lasciato guardare l’arrivo che ha poi deciso il vincitore del giro, Grande lo Squalo di Messina Nibali. Una bella doccia un giro in paese, molto pulito e ordinato tante case che sembravano attaccate alla roccia e tutte storicamente importanti, in piazza mi sono sentito molto osservato, poi ecco Paolo, un lungo abbraccio è a lui che avevo promesso questa visita a Calascibetta.

In attesa della cena, abbiamo dialogato tanto, mi sono reso conto di quanto ancora oggi abbiano bisogno di avere persone care vicino. Ci sarebbe da dire ancora tanto altro e tutto importante, ma sono cose che toccano il privato e la cultura di quella città. La sera siamo andati a cena in un ristorante li vicino, e assolutamente in auto, con c’era la zia di Marilù, un insegnante in pensione, un vero pozzo di sapienza, le ho chiesto tante cose inerenti la storia le origini della città, con noi anche il fratello di Marilù con la famiglia e la sorella di Paolo anche lei con tutta la famiglia. Una bella serata, avrei voluto dire tante cose, ma mi è mancato l’appoggio di Albertino, e la zia anticipava tutte le mie parole.


Poi Paolo mi ha indicato il percorso che avrei dovuto fare l’indomani, è stato di una precisione incredibile che mi ha fatto sentire sicuro, perché comunque il mio giro nell’entroterra continuava e le temperature rimanevano altissime. Ci siamo salutati, io ero abbastanza commosso, ma ultimamente succede spesso, adesso spero di vederli ancora e magari qui a Torino. Sono soddisfatto, si avvicina la fine del viaggio, e qui inSicilia, pensando al caldo ho dato retta ai consigli di Cubo Viaggiatore, tappe più corte, ma nel deserto. Domani sarà una tappa che mi porterà in luoghi dove da bambino ho vissuto per un piccolo periodo, ci sarà spazio per i ricordi e tante visi te a conoscenti e tante promesse da mantenere con delle care persone che adesso sono a Torino. Buona notte a tutti

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