Un'altra grande e mitica impresa di Lorenzo, una sorpresa per i suoi amici che hanno organizzato un bellissimo tour di 4 giorni all'Isola d'Elba (quest'anno il salto lo fanno un'altra isola). Attraverseranno l'isola percorrendo sentieri e strade bianche con le loro mtb. Sin dall'inizio per via di impegni
personali, Lorenzo ha detto loro che non avrebbe potuto unirsi a loro. Poi le cose sono cambiate e Lorenzo si è organizzato per partire, ma a questo punto
senza comunicare il suo cambiamento di programma. Perché non fare una sorpresa? Ed ecco a voi il racconto con tanto di preparativi, retroscena e sorpresa!
A cura Di Lorenzo Spanò
Gli amici che del nostro gruppo "Rotelle per tutti" hanno organizzato un bellissimo tour di 4 giorni all'Isola d'Elba. Se ne parla ormai da mesi, e sin dall'inizio per via di gravosi impegni personali, ho detto che non sarei potuto partire con loro. Poi le cose fortunatamente sono cambiate, e mi sono organizzato per esserci, ma senza comunicare il mio cambiamento di programma. Anzi ho cominciato benevolmente a deriderli, e per via dell'instabilità del tempo, ho cominciato a scrivere nel gruppo gli sfottò: " Mi raccomando ragazzi, portatevi antipioggia e vestiti adeguati, la pioggia credo vi accompagnerà per tutti i 4 giorni", Insomma li ho esasperati. Intanto, in silenzio e segreto mi sono preparato per partire da casa in bicicletta alla volta dell'Elba. In settimana ho messo al corrente Gianni, un amico del gruppo, che con complicità è stato al gioco, così da fare una bella sorpresa a tutti.
Per questo viaggio purtroppo ho dovuto abbandonare l'idea di partire con il mio carrello.
Mancano 5 giorni alla partenza, e approfittando della pioggia che mi impedisce di uscire in bici, mi sono preoccupato di sistemare la mia gravel, fatto i bagagli e tutte le prove sulle sistemazioni delle borse, che più guardo e più sono nostalgico del mio amato carrello monoruota, ma ormai è deciso! Si parte con la Gravel, così avrò in futuro un metro di confronto. Con la mia ormai mitica bici che chiede di essere messa in quiescenza. Poi le strade bianche e i sentieri dell'isola D'Elba mi avrebbero impedito di pedalare con loro. Da subito avrei voluto partire il martedì 12 giugno e poter arrivare con loro 13 a Piombino.
Ma con la Gravel, borse e ruote grasse tassellate, dovrò prendermi il mio tempo, i km sono 500 / 536 e credo siano da fare almeno in tre giorni, così partirò l'undici giugno. Speriamo vada tutto bene, il tempo continua a fare i capricci, e attraversare il Bracco che viene chiamato anche catino d'Italia, non mi fa impazzire, in quel luogo ho sempre preso acqua a catinelle e spesso anche trasondazioni del fiume che per un bel tratto mi accompagnerà a La Spezia. Speriamo che partendo al mattino presto da Collegno, riesca a togliermi i soliti e burrascosi temporali che ogni sera ci tormentano ormai da mesi. L'idea é di riuscire a concludere la prima tappa oltre Genova ai piedi del Bracco, poi Livorno o dintorni per poi arrivare a Piombino nella tarda mattinata del 13 giugno. I ragazzi arriveranno a Piombino con auto e furgone per intorno alle 14.30. Riuscirò a non incrociarli e a preparare la sorpresa per la cena in Hotel. Naturalmente durante il viaggio, i miei unici contatti saranno Gianni e Cuboviaggiatore che poi pubblicherà sul blog il nostro piccolo Tour.
Ultimi preparativi, domani con le prime luci del giorno mi metto in viaggio, una nuova avventura, la più corta, forse la più facile. Però anche la prima dove non mi sento in piena autosufficienza, la prima senza il mio carrello che con la sua capacità di carico mi permetteva di portare con me forse anche cose superflue, ma che comodità però. La prima tappa sarà la più lunga, approfitto delle previsioni meteo così da mettere tanto fieno in cascina. L'obbiettivo è Santa Margherita Ligure, con le tracce scaricate evitando traffico e facendo qualche strada bianca, dovrei riuscire a fare 233 km. Martedì mi fermerei nei pressi di Livorno, e mercoledì dovrei fare ancora un centinaio di km, e quel punto potrei fare davvero il turista. Allora domani sera vi racconto il tappone.
Ecco il racconto della prima tappa, mi spiace che Cubo non possa pubblicarla fino alla tarda serata del 13 giugno, ma se voglio fare questa sorpresa ai miei amici, questo è l'unico sistema. Purtroppo la data di partenza non poteva che essere questa, 11 giugno 2018. Questa mattina sveglia alle 5, un po' dura dopo 2 notti in bianco, ma sono in ballo e quindi via, avevo già preparato tutto ieri, appena alzato subito alla finestra, per vedere se le nefaste previsioni meteo erano corrette, ebbene sì erano purtroppo giuste, tutto nero, ma ancora non pioveva. Colazione vestito, un bacio a Maria e via, l'asfalto è asciutto, il tempo di accendere il computerino della bicicletta, ed ecco le prime gocce, che rabbia, sono rimasto davanti al portone di casa sotto la pioggia per 5 minuti, la mia vicina che già litigava con il suo cane, mi ha chiamato, come dirmi "cosa fai sotto la pioggia cretino!" Io non sapevo cosa fare, poi alla fine mi sono detto al diavolo la pioggia e sono partito.
Era troppo tempo che non facevo una pedalata fuori porta, ne sentivo il bisogno, un periodo davvero difficile. Ho continuato a pedalare, la pioggia a tratti era copiosa, ma non mi sono fermato, buona la scelta di partire presto, 6,15, il cielo era così coperto che sembrava ancora notte. I primi km sono tutti concentrati sulla Gravel, ragazzi con i suoi tubless, è di un comodo indescrivibile, ammortizza davvero tanto è mi sembra di essere seduto in poltrona una bellissima sensazione. Continua a piovere, guardo davanti a me e c'è in po più di luce, Speriamo! Meno male arrivo a Poirino e smette di piovere, ormai non era più così importante, ma almeno le macchine e camion che mi sorpassano, non mi schizzano addosso. Intorno alle 7.30 la situazione traffico era terribile, molti Camion e macchine che sfrecciano senza allargarsi più di tanto. Ho pensato più volte al carrello, con lui sono più tranquillo, è più visibile, ma la cosa che voglio confessarvi è: "Credo automobilisti e autisti i generale, siano più rispettosi o curiosi, e quindi rallentano per vedere quella stranezza.
Sto pedalando bene e ogni tanto prendo qualche buca di proposito, così da sentire le mie ruote che ammortizzano il colpo, con questa bici posso pedalare al limite del bordo strada, anche sul Bracciolino è una sicurezza.
Ecco Asti, non vedo il cartello da fotografare, fa lo stesso. Seguo i cartelli per Alessandria, ma arrivati sul ponte del Tanaro, mi rendo conto che ho sbagliato strada, infatti mi ritrovo all'imbocco della tangenziale direzione Alessandria, nessun cartello di divieto alle biciclette, ma non entro e torno sui miei passi. Non ci sono salite, ma è tutto ondulato, cielo nero, non marca bene, nei pressi di Alessandria, mentre pedalo, penso all'alluvione, ero uno dei tanti volontari che hanno spalato fango e tirato fuori dalle stalle animali morti, tutti ricordi molti vivi nella mia mente, così come le persone disperate che poi ci hanno chiamato "Gli angeli del fango". Quante persone ho abbracciato in quel periodo. Adesso non si vedono più i segni dell'alluvione, ma fino a una decina di anni fa le case mostravano ancora i segni del livello del fango e acqua sulle pareti esterne.
Ecco Alessandria, allungo per passare sul nuovo ponte con l'arco, molto bello, solo ciclo pedonale, un paio di foto e cerco un bar per una bella colazione, ho pedalato 3. 50 e percorso 110 km., non male se penso che ho ruote tassellate. Esco dal bar e piove forte, mi ero appena asciugato, non mi andava di inumidirmi nuovamente, mi seggo e aspetto, dopo circa 30 minuti smette e ricomincio, piove a tratti ma non forte, decido di andare avanti.
In poco tempo eccomi a Ovada, faccio solo la foto all'ingresso del paese e poi proseguo perché ho paura che si rimetta a piovere, il cielo è davvero nero. Comincio a salire per il passo del Turchino, una di quelle salite che farei tutti i giorni, dolce poca pendenza, bellissima.
Oggi c'è il mio amico vento, e quindi si soffre, nel punto più facile mi sorpassa un ciclista con la bici da corsa, pedalava con il rapportone e sembrava avesse fretta, ma si gira e rallenta, mi chiede da dove arrivo, esclama un complimento e ricomincia a pedalare, ho approfittato subito per attaccarmi e togliermi un pochino di vento, riesco a tenere la ruota, anzi a tratti mi devo allargare per non toccarlo, ma povero lui prende il vento in pieno, riesco a dargli qualche cambio, e così insieme arriviamo a Rossignolo, io mi fermo a prendere acqua e lui saluta e prosegue.
Continuo a salire, ed ecco Campo , un bel paesotto, ci sono case importanti e il castello, anche qui un paio di foto. Sono a pochi km. Del Turchino, decido di mangiare qualcosa a Masone, sempre vento, mi fermo in una panchina riparata e mangio un panino e frutta. I paesi che ho attraversato, per via del cattivo tempo e orario, sembravano deserti. Sto ancora bene, non sono molto allenato, ma il fatto che vada su con il mio ritmo mi fa sentire bene, le gambe girano.
Eccomi arrivato sul passo del Turchino, foto e via mi fiondo verso Genova, so già che per attraversare i suoi 30 km., dovrò soffrire. Arrivato a Genova, mi fermo sul lungo mare per bere una cocacola, c'è un pallido sole ma fa caldo. Tra un semaforo e l'altro, dico a me stesso che da Genova non devo mai più passare in bici, sono in largo anticipo sulla tabella di marcia.
Mi fermo a fare un paio di foto vicino al centro storico, bello ma caotico come tutti i centri storici. Ho ancora da fare almeno 28 km. Per arrivare a Recco, e poi da lì la Ruta, una bella salita, con belle pendenze, fa caldo, è uscito il sole, sono un bagno di sudore e ho finito l'acqua. Arrivo i cima alla Ruta, Camogli, passo la galleria e subito dopo mi fermo in un alberghetto che già conoscevo, fortunatamente c'è una camera, questa sera mi accontenterò di mangiare una focaccia di Recco.
Ho mangiato un'ottima pizza, poi un bel piatto di patatine fritte, direi che con i carboidrati, domani dovrei essere a posto.
Esco per una passeggiata, ancora un gelato e un paio di foto per Cubo, questo è davvero un bel posto. Adesso penso che potrò meritarmi un bel sonno.
Domani partirò un po' più tardi, devo affrontare solo 2 salite importanti per il resto a parte il traffico dell'Aurelia, se non c'è vento, dovrei arrivare tranquillamente a Livorno o nei dintorni. Una riflessione emotiva; ragazzi sentivo il bisogno di staccare, di sentire l'aria in faccia, di osservare il territorio, di prendermi il mio tempo. Di pedalare per ritrovarmi, e oggi ho sicuramente realizzato un mio sogno. Domani un altro. Buona notte a tutti si va a riposare.
By Lorenzo "Ciccio" - " Paracarro"
2a Tappa |
Grande Cubo!
RispondiEliminaOra ci sono pure i videoracconti
Diciamo che questo mi ha particolarmente ispirato! Ci sono in molti altri viaggi, clicca sul tag Video
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