Ciao a tutti, allora oggi la stanchezza ha avuto il sopravvento, sono sempre meno brillante, in queste ultime tappe il gioco si fa duro, tappe importanti, dubbi sui percorsi, ma spesso si deve rinunciare a qualcosa e concentrarsi sulle informazioni che si raccolgono parlando con le persone del posto, o degli amici che hanno visitato questi luoghi prima di noi, la legge del passa parola è sempre quella più reale.
La tappa di oggi incute timore, ci sono ancora dubbi sul percorso, gira che ti rigira, l'altimetria è sempre la stessa, ma con condizioni del fondo stradale e pendenze terribili, allora oggi azzardiamo, decidiamo di arrivare a Pietrapertosa attraversando una parte delle dolomiti lucane. Una mossa davvero azzardata, non abbiamo focalizzato esattamente quello che ci aspetta, le informazioni contrastanti sui km e pendenze raccolte dai locali, ci hanno spinto a scegliere questo percorso, un tragitto abbastanza sconosciuto anche ai Lucani.
Abbiamo lasciato Matera e ripercorrendo un tratto di strada fatto nella terza tappa, ci siamo diretti allo Scalo di Calciano, il percorso della traccia disegnata in origine ci avrebbe fatto passare da Tricarico, un percorso che viene usato da tutti per raggiungere Pietrapertosa. Così facendo avremmo saltato uno dei parchi più belli della Basilicata. Nel tratto che ci portava allo scalo di Calciano, non c'erano cose importanti da vedere, un paio di Calanche, molto belle e poco altro. Quindi testa bassa e pedalare.
Si sale da Calciano, non esistono tracce, solitamente turisti e locali usano la strada che sale da Campomaggiore scalo, strada tutta asfaltata che presenta pendenze più abbordabili. Noi incorreggibili avventurieri, naturalmente andiamo contro corrente e ne paghiamo le conseguenze. Ragazzi che salita! Che fondo stradale, un misto di asfalto, cemento e sterrato, accompagnato da pendenze che oscillavano tra l'11% e il 21%, una salita interminabile, si andava a zig Zag per non scendere dalla bici, ma poi alla fine si è anche spinto a piedi, immaginate io con il mio carico e ciccia addominale. Siamo quasi a metà della salita e a Gianni si rompe la catena, e adesso!
Niente paura, nel mio carrello, non a caso ci sono 24 kg, tiro fuori l'officina volante e con molta difficoltà riesco a sistemare la catena, un bel lavoro, tutto con materiali di recupero, con catene non compatibili tra loro.
Lungo questa interminabile salita, ci si è fermati spesso, il panorama è da mozzafiato, tante le soste, la scusa era fare foto, ma la realtà era un'altra, rifiatare!
Il parco di Gallipoli Cognato è sicuramente uno dei più importanti della Basilicata, al suo interno, oltre alle molteplici aree sosta per picnic, ci sono strutture didattiche riguardanti flora fauna del parco, si possono ammirare Daini e Cervi.
Bene, la salita è finita, siamo a circa 1000 metri di altitudine, è nuvoloso, e fa freddo, siamo stanchi dobbiamo pedalare ancora per circa 20 km, 10 di questi in salita. La discesa che ci porta giù non ha un bellissimo fondo, siamo prudenti. Eccoci al bivio per Pietrapertosa, questi ultimi 10 km li abbiamo fatti con calma, senza strafare, tantissime soste, cominciano a intravedersi le Dolomiti Lucane.
Peccato non c'è il sole, e non si nota il colore delle rocce. Siamo tutti e tre a pezzi ad Andrea non funziona il motore dell'assistita, non si perde d'animo e sale come se avesse ancora il motore. Grande Andrea.
Contiamo i metri, stiamo salendo molto bene, io conto le curve, Gianni i metri, Andrea nulla, è concentratissimo sul panorama, davvero molto bello, difficile descriverlo. Ultima curva e sentiamo la musica della banda, dopo qualche minuto un grande botto e poi fuochi d'artificio, stranissimi i fuochi di artificio in pieno giorno, infatti si sentiva il rumore dei botti, ma non si vedeva nulla di pirotecnico.
Ma! Forse aspettavano noi, certo dopo tutte le peripezie che abbiamo affrontato, c'è lo saremmo meritato. Ancora un centinaio di metri e dietro un tornante assistiamo alla processione del patrono di Pietrapertosa, San Giacomo.
Ci eravamo illusi, molti i presenti, anche ragazzi molto giovani, una festa sentita da tutti. Entriamo in paese e dalla nostra bocca escono solo esclamazioni. Bello, davvero bello, mi sono domandato, come mai nei secoli scorsi avessero costruito un paese che lambisce le punte ed è incastonato quasi sul crine di una montagna.
Case che si legano e accavallano tra loro, spesso con una parete scavata nella roccia. Tutte domande che questa sera faremo alle persone del luogo. Adesso doccia qualche minuto di relax e poi a Cena al Frantoio.
Siamo arrivati tardi, a fianco del B&B un negozietto, abbiamo fame, entriamo e chiediamo un panino, spettacolo, la commessa ci ha preparato un panino con all'interno solo prodotti Lucani, domani faremo altri assaggi.
Il titolare del B&B, ci ha riservato la camera più grande, siamo infreddoliti, ci troviamo a 1088 metri, entrando nella camera un bel tepore, ci sono i termosifoni accesi, ci rilassiamo qualche minuto, poi si và a cena al Frantoio, uscendo , nell'unica piazzetta sottostante il b&b, c'è ancora la banda che suona, tanta gente, c'è grande partecipazione. Pochi metri ed ecco il ristorante albergo il Frantoio, ci accoglie Rachele, la moglie del titolare Nicola, il cuoco.
Ci fanno accomodare al primo piano, entrando nel ristorante, ho pensato al classico localino, invece al piano superiore è stata fatta di recente una ristrutturazione, molto bello e accogliente, niente lusso ma genuinità che traspare anche da Rachele.
Anche qui i termosifoni sono fortunatamente accesi. Ho chiesto se tra una portata e l'altra, potevo fargli domande sulla storia del paese, la mia voglia di sapere e la sua semplice disponibilità, ha creato un clima conviviale anche con i miei amici, ci siamo fatti consigliare sul menù e ci siamo affidati alle mani esperte di Nicola. Si è mangiato benissimo, cose semplici e genuine.
Con Rachele si è scherzato e riso, prendendo di mira il nostro Svizzero Andrea, al che ci dice che anche suo marito Nicola è svizzero. Insomma una bella serata che ci ha portato a parlare anche di argomenti importanti, ho così approfittato della loro disponibilità per chiedere come si vive a Pietrapertosa e quando è nato questo interesse per i turisti a visitarlo. Pietrapertosa, ha tanta storia un po' come tutti i paesi che sono nati in questa zona.
A Pietrapertosa ci sono stati soprattutto Arabi e Sareceni, il segno del passaggio lo si evidenzia nel castello nella punta estrema della montagna, sotto i bellissimi pinnacoli rocciosi e dal quartiere Arabo. Pietrapertosa la visiteremo bene domani mattina. Vorrei scrivere qualcosa sui Lucani, Gianni due giorni fa, mi ha parlato dei circoli Lucani a Torino, mi ha fatto notare il loro attaccamento alla cultura Lucana , le loro tradizioni e attaccamento al territorio.
Per una forma di ringraziamento sul trattamento e cordialità di Rachele e Nicola, vorrei raccontarvi come nasce il ristorante albergo il Frantoio, così da fare capire il sentimento che hanno i Lucani per la loro terra. Il papà di Nicola per lavorare è immigrato in svizzera, con il pensiero fisso di voler ritornare, nel tempo ha acquistato il vecchio Frantoio dismesso, e ha creato la prima attività ricettiva alberghiera e di ristorazione di Pietrapertosa dando lustro al paese, attività che oggi viene portata avanti da Nicola, Rachele e figli.
Pietrapertosa ha circa 1000 abitanti, per la sua conformità, attaccata alle pareti delle piccole Dolomiti Lucane, bellissima, come molti paesi della zona vivevano all'ombra della bella Matera, ora sono circa 20 anni, che prima stranieri e ora anche Italiani vengono a visitarla per ammirare struttura e bellezza del paese di pietra.
Intorno al 2006 i Sindaci di Pietrapertosa e Castel Mezzano, ispirandosi ai Francesi hanno portato sul territorio il volo dell'Angelo, attività che non definisco sportiva ma coraggiosa, consiste nel lanciarsi imbragati e sostenuti da un grosso cavo d'acciaio, immaginate una carrucola che scorre nel cavo spinta solo dalla forza di gravità sviluppata nella sua pendenza. Io non mi lancerei mai!
La conformità delle Dolomiti Lucane e dei due paesi che sono separati in modo netto da un canalone molto più ampio di un orrido, ha fatto sì che si potesse realizzare questa struttura Un opera che ha richiesto tempo e danaro, ora da giugno a ottobre inoltrato, il numero di visitatori è aumentato.
<-- Terza Tappa | Quinta Tappa --> |
👏
RispondiEliminaBellissime foto bellissimi posti e persone meravigliose ❤️
RispondiEliminaGrazie, potresti farmi sapere chi sei?
EliminaBellissime foto bellissimi posti e persone meravigliose ❤️
RispondiEliminaGrazie per avermi fatto fare un viaggio immaginario bellissimo. Bravi
RispondiEliminaGrazie Lorenzo per le belle foto
RispondiEliminaPietrapertosa e le dolomiti lucane mi mancano, bello spunto per un prossimo viaggio fra puglia e lucania.
RispondiEliminaUn saluto
Franco (Skeletor)
Grazie Skeletor, si ti sarebbe piaciuto, ma tutta quella salita con te non l'avrei fatta, tu mi avresti fatto morire
EliminaUn applauso a persone come Lorenzo. Davvero una bella persona con voglia di vivere e trasmettere vibrazioni positive. Alla prossima
RispondiEliminaGrazie davvero, mi piacerebbe conoscere il tuo nome, puoi firmarti
EliminaCiao Lorenzo, sono contenta che siate riusciti ad andare a Pietrapertosa, secondo me una meraviglia🥰
RispondiElimina