Dopo aver scalato questo colle in autunno mi è venuta la curiosità di provare come fosse cambiata la percorribilità della strada in questo inverno 2018 ricco di copiose nevicate.
Siamo già in tardo inverno quasi primavera, la giornata in pianura è di di pioggia, è previsto però da una certa quota in su che la pioggia si tramuti in neve.
Faccio del mio campo base l'abitato di Giaglione dove trovo uno spiazzo sufficientemente grande per parcheggiare il mio camper e tirare fuori la bicicletta. Qui piove, ma è soltanto pioggerellina e c'è sempre la speranza che in quota si tramuti in neve.
Le aspettative sono subito accontentate, faccio poche curve e lo scenario inizia a cambiare e colorarsi tutto di bianco.
Lo scenario è veramente surreale, non si vedono mezzi, un auto ogni tanto, ma sopratutto per mia grande fortuna di fat-biker non si vedono mezzi spazzaneve.
Gli alberi coperti di candida neve sullo sfondo conferiscono alla gita il giusto clima da fiaba e da bosco incantato.
Le ruote iniziano ad affondare sempre di più, mi giro spesso ad ammirare la traccia delle mie ruote grasse lasciata nella neve. A Bar Cenisio mi fermo per una sosta, lo stesso bar in cui mi ero fermato d'estate per un caffè insieme a Lorenzo.
Eccoci al confine ancora un po' di neve ed il cartello non si legge più.
Questo cartello mi fa capire che la fine della mia scalata sulla strada del Moncenisio è vicina.
Ricordo benissimo di aver fotografato questo tratto di strada con la vecchia casa cantoniera lo scorso autunno in questo punto panoramico.
Passerò di qui sulla via del ritorno per una deviazione nel paese di Moncenisio.
Mi piace sempre un sacco girarmi e guardare il segno lasciato dai pneumatici sulla neve e una traccia completamente bianca.
Mi piace sempre un sacco girarmi e guardare il segno lasciato dai pneumatici sulla neve e una traccia completamente bianca.
Eccoci arrivati a "fine corsa" da qui in poi la strada è sbarrata da un muro praticamente insormontabile di neve e ghiaccio. Da qui è impossibile proseguire. I muri di neve sono così alti da non poter essere affrontati con la bici. La prossima volta mi porterò un paio di Rachette da Neve per continuare la mia gita.
Sullo sfondo di questa foto si intravedono i tornanti panoramici che conducono al Lago del Moncenisio, dai quali questa estate si godeva la vista del serpentone di asfalto annodato tra le montagne.
In questa foto è ben visibile il muro di ghiaccio e neve che i mezzi spazzaneve hanno creato durante l'inverno.
Eccoci arrivati a "fine corsa" da qui in poi la strada è sbarrata da un muro praticamente insormontabile di neve e ghiaccio.
Sullo sfondo si riescono a intravedere i mitici tornanti che conducono al Lago del Moncenisio. La sommità purtroppo non è più raggiungibile in bici,
Sulla via del ritorno come pianificato decido di passare nell'abitato di Moncenisio anche perchè purtroppo nel frattempo sono passati i mezzi sulla SS25 e hanno spezzato la "bianca" magia.
La magia mi viene restituita dal borgo di Moncenisio che sembra quasi incantato e mezzo nascosto tra nuvole e neve.
Decido di fermarmi per una pausa ristoratrice, due sono le opzioni: Osteria del Mulino o la locanda del conte Verde, entrambe sono un ottima scelta.
E' arrivato il momento di ripartire, si può scendere, invece che dalla SS25, dalla stretta e tortuosa strada che passa da Novalesa e arriva a Venaus.
La strada è candidamente intatta, nessun mezzo è passato di qui. La neve è talmente alta e compatta che le ruote della bici non scorrono, la bici sta in piedi da sola, devo proseguire a piedi.
Man mano che si scende di quota la neve lascia spazio all'asfalto, è arrivato il momento di tornare in sella, cercando di no consumare troppo i chiodi sull'asfalto.
Visti da sotto i tornanti sono veramente impressionanti e anche spettacolari da percorrere in particolare in discesa. Qui potete trovare informazioni sull'antica strada reale del Moncenisio partiva da Torino e portava in Francia attraverso il Colle del Moncenisio i cui resti sono ancora visibili.
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