giovedì 15 maggio 2025

Tappa 4: Norcia - Cascate delle Marmore (Rieti). Cascate, incontri e… un alloggio indimenticabile

dal diario di viaggio di Lorenzo Spanò

Oggi doveva essere una tappa impegnativa, ma per una serie di coincidenze è diventata veloce, forse troppo. A parte le spettacolari Cascate delle Marmore e il lago naturale di Piediluco, da cui le cascate prendono origine, devo dire che il percorso non mi ha entusiasmato più di tanto. 

Forse è anche colpa del paesaggio incredibile attraversato ieri, che ha alzato di molto l’asticella delle emozioni. La giornata è iniziata con una temperatura piuttosto rigida. Lasciamo l’albergo alle 8 del mattino, subito una lunga discesa. Il traffico è intenso, ma restiamo fiduciosi: le alternative sulla carta sembrano promettenti. 

Peccato che la realtà ci riporti subito coi piedi per terra. La ciclabile Norcia–Spoleto, che segue il tracciato della vecchia ferrovia, è interrotta in più punti: ponti rotti, fondo sterrato devastato dai temporali che hanno colpito duramente questa regione. Anche la seconda opzione — la superstrada — è impraticabile: un ponte e due gallerie in manutenzione. Il traffico deviato è stato dirottato tutto sulla Valnerina… che è proprio la strada che stiamo percorrendo anche noi.

Ci rassegniamo, stringiamo i denti e proseguiamo. La strada scende velocemente costeggiando il fiume Nera. Intorno a noi tanto verde, natura ovunque, e splendidi borghi medievali — pochi in verità lungo la Valnerina — tutti però aggrappati in alto, sui primi rilievi.

Attraversiamo alcune gallerie, per fortuna ben illuminate, e il traffico è intenso ma per lo più in senso opposto al nostro. Poco prima di arrivare alle cascate incontriamo un gruppo di ciclisti. 

Ci fermiamo a parlare: sono curiosi, ci fanno domande sul nostro viaggio. Scattiamo una foto con Donato, che per un attimo ha quasi ceduto alla tentazione di girare la bici e venire con noi. Ma stava andando a incontrare un gruppo di amici in arrivo da Bormio.

Ci siamo scambiati i numeri e ci siamo risentiti già in giornata. Donato ha voluto i riferimenti di Cuboviaggiatore... credo che il blog abbia trovato un nuovo lettore.

La strada è scorrevole e invita a spingere, ma non c’è molto da vedere se non questo verde rigoglioso che ormai ci accompagna da giorni. Poi all’improvviso, ecco le cascate: i vapori dell’acqua si vedono da lontano. Mi dirigo verso la biglietteria, ma c’è una lunga coda. Gianni resta fuori a fare da parcheggiatore alle biciclette.

Entro da solo, scatto un sacco di foto. Esco zuppo: ora capisco perché tutti indossavano le mantelline! Che dire… le rivedrei volentieri, magari con meno folla. Sono le 12. Il cielo è ancora sereno, ma nel tardo pomeriggio le previsioni annunciano possibili temporali.

Abbiamo già percorso parecchi chilometri, tutti in leggera discesa, e ci abbiamo impiegato circa tre ore. Così decidiamo di non fermarci a Terni — che, a detta di Donato, non offre molto da vedere — e proseguiamo verso Rieti, accorciando così la tappa di domani.

Non abbiamo una traccia da seguire, ci affidiamo ai cartelli stradali. Dopo un paio di errori, ci viene in aiuto un ciclista: si chiama Giancarlo, ha 77 anni, ma in sella ne dimostra 30. Ha una pedalata leggera, sicura, e ci accompagna volentieri per un bel tratto. 

La traccia non serve più: tra una parola e l’altra, ci troviamo sul lago naturale di Piediluco. È grande, bello, e sulla riva orientale si riflette il borgo omonimo, adagiato sull’acqua.

Giancarlo ci racconta di quando correva da dilettante, da giovane aveva un passato importante nel ciclismo. Prima di lasciarci, scattiamo una foto ricordo e ci scambiamo i numeri. Poi via, prima che inizi a piovere.

Arriviamo a Rieti alle 14. La prima impressione della città non è delle migliori: molti edifici portano ancora i segni del terremoto, ma ciò che colpisce di più è il senso di abbandono. Un vero peccato, perché con le sue antiche mura, chiese e palazzi potrebbe essere una meta turistica affascinante.

Ma adesso viene la parte comica — quella che, col senno di poi, fa sorridere e resterà impressa nella memoria. Gianni ha la fobia della pioggia e dell’alloggio: si sveglia già con questa preoccupazione e finché non sa dove dormirà la notte, non riesce a stare tranquillo.

Come gli altri giorni, alla prima pausa chiama e trova subito una sistemazione, questa volta a pochi passi dal centro storico. Rieti è un borgo medievale e molte vie sono accessibili solo a piedi, per via delle numerose scalinate. Ed ecco il primo ostacolo: i gradini. Ad accoglierci un anziano signore, gentile ma un po’ trasandato, che ci racconta con entusiasmo della sua “antica torre storica”.

Già dall’ingresso avevo intuito cosa ci aspettava: una casa fatiscente, con mobili spaiati, sedie raccattate chissà dove, un pavimento in linoleum bucato e macchiato, tenuto insieme con del nastro da pacchi… proprio come il pacco che abbiamo preso noi entrando. Evito i dettagli, ma se un giorno pensate di fermarvi a Rieti… scrivetemi prima!


Doccia veloce e poi un giro per la città, che purtroppo ha confermato la prima impressione: rispetto ai borghi vicini, Rieti appare molto indietro. Per fortuna, una ragazza ci consiglia un ristorante dove mangiare. Questa volta niente sorprese: tutto buonissimo.

Il posto si chiama “Da Felice - La Piazzetta”. Per trovarlo basta seguire le sculture sparse qua e là per il centro: sono in legno, marmo e pietra, tutte opere dello stesso Felice, proprietario della trattoria.
Il menù era pieno di nomi per me sconosciuti, ma la cameriera — gentilissima — mi ha spiegato tutto. Piatti semplici, genuini, freschissimi. Ci tornerei volentieri.

A fine cena, Felice ci ha offerto un dolce alla crema, appena sfornato, delizioso. Poi ci ha trattenuti un po’ a chiacchierare. Suo figlio lavora e vive a Torino: andrò a cercare una sua scultura in legno che si trova al Parco della Pellerina.

Direi che per oggi è tutto.
Domani sera saremo nel capoluogo: L’Aquila.
Buonanotte. 

2 commenti:

  1. Ciao Lorenzo. Bello bello, 🤩 L tuo racconto continua ad entusiasmarmi e a provocarmi sensazioni speciali. Grazie

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  2. Ciao Lorenzo, siete straordinari !!! Noi abbiamo aspettato a Visso il gruppo di Bormio ‘Piccioni Viaggiatori “ anche loro con 7 tappe partendo da Bormio hanno raggiunto la Valnerina precisamente Casteldilago un piccola frazione facente parte del Comune di Arrone. I vostri viaggi sono uno stimolo per tutti coloro che amano la bici e amano scoprire nuovi territori .

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