“Excuse moi, le Col d’Allos est ouvert?” - “Pas encore, le col va ouvrir a juillet, mais nous ne connaissons pas pas le jour”.
Questo, a inizio giugno, il dialogo telefonico con un addetto dell’Office de Tourisme di Allos (il colle poi aprirà il 26 giugno). Telefonata preventiva per evitare la sorpresa dell’anno passato, quando, arrivati a Barcelonnette, un cartello stradale annunciava:
“Col d’Allos fermé”. Ma come, siamo a metà luglio, pensai. Rien a faire, il colle resterà chiuso tutto l’anno, anche per le bici, a causa delle frane dovute alle importanti piogge autunnali.
Siamo nel Mercantour, Alpi Marittime, Alpes Maritimes in questo caso, il più grande parco nazionale francese, confinante e sodale dell’omonimo parco regionale piemontese. Fra la Costa Azzurra e L’Ubaye.
Montagne che sanno di Provenza, allo stesso tempo accoglienti e aspre, dove anche a fine luglio non trovi la ressa da overturismo. Un ambiente quanto mai vario: estese foreste, vasti altopiani che si alternano a gole profonde (gorges). Un ambiente ben gestito, meritevole appunto di un viaggio. Si doveva fare l’anno scorso, sullo slancio dell’anello dell’Izoard (Queyras), ma, arrivati a Barcelonnette ecco la sgradita sorpresa sopra descritta.
Quattro giorni, tre colli sulla Route des Grandes Alps. Cayolle, Champs, Allos. Un anello classico che la gran parte, nonostante il dislivello (oltre 3000 metri), fa in giornata. Ma noi ce la prendiamo comoda, molto comoda, impiegando quattro giorni.
Esagerati, ma la fretta è bandita nel Mercantour. Ambiente. Davvero bello, solo la salita del Col d’Allos all’interno dell’area sciistica di Allos fa eccezione. Ma è ampiamente sopportabile e ampiamente compensata dal resto.
Quattro giorni, tre colli sulla Route des Grandes Alps. Cayolle, Champs, Allos. Un anello classico che la gran parte, nonostante il dislivello (oltre 3000 metri), fa in giornata. Ma noi ce la prendiamo comoda, molto comoda, impiegando quattro giorni.
Esagerati, ma la fretta è bandita nel Mercantour. Ambiente. Davvero bello, solo la salita del Col d’Allos all’interno dell’area sciistica di Allos fa eccezione. Ma è ampiamente sopportabile e ampiamente compensata dal resto.
Traffico. Nonostante sia la fine di luglio è più che contenuto, soprattutto se confrontato con i colli più a nord (Izoard, Galibier, Iseran). Notevole a riguardo la salita al Col des Champs, avvolta in una quiete davvero inattesa. Strade. A parte brevissimi tratti, copertura d’asfalto ottima. Molti i tratti all’interno di spettacolari gorges, con carreggiata stretta e strapiombante, ma sempre dotata di protezioni laterali.
Sul versante italiano il cielo è coperto, le cime delle montagne incappucciate da dense foschie. Ma procedendo a occidente si intravedono squarci di azzurro. Di là dal Colle della Maddalena l’azzurro diventa preminente e la conca di Barcelonnette è inondata di sole. La meteo ci ha azzeccato, en marche.
All’uscita della cittadina si incontra il bivio: a sinistra Col de la Cayolle, a destra Col d’Allos: ouvert! L’ansia svanisce. Avendo scelto il senso orario si va a sinistra e in breve si entra nell’abitato di Uvernet Fours, comune alla periferia di Barcelonnette (interessante alternativa come punto di partenza). Un’ampia e piacevole strada in lieve salita, poco trafficata, ideale come avvio, conduce nella zona residenziale ad attraversare il Torrente Bachelard di fronte alla graziosa piazzetta del municipio.
Si prosegue sulla destra del torrente in una zona di radi boschi utilizzata come luogo di loisir e, in breve, si entra nelle Gorges du Bachelard, selvaggio ma intrigante accesso al vallone omonimo. Passaggio brusco, un’esperienza che si ripeterà.
Un pannello informa: Foret domaniale du Bachelard – Réserve biologique intégrale de la Tèlliere: il Mercantour presenta fin dall’avvio il suo volto più integro e selvaggio. Oltre che intrigante, questo tratto assicura frescura, gradita nelle calde giornate estive. Privilegio che più in alto verrà meno …
Un ponte dalla notevole struttura (altri simili si incontreranno) consente il transito sulla riva opposta dove si procede ancora in accettabile salita. Si torna quindi definitivamente sul versante destro della gola, dove la pendenza si accentua in moto deciso. Si guadagna quota e il baratro, complice la carreggiata che si restringe, può creare momenti di ansia, soprattutto in presenza di automezzi in discesa (pochi e rispettosi, in ogni caso). Tuttavia, l’ambiente, davvero notevole, ripaga dal disagio.
L’ansia viene meno all’uscita dall’orrido, dove con un cambio di direzione (da sud a est), la prospettiva si estende sul vallone e, divagando con lo sguardo, si ha modo di apprezzare il contrasto fra lo spoglio versante destro (di salita) e il fitto bosco che copre il versante opposto.
La pendenza si mantiene sostenuta, circostanza che, come accennato, può risultare poco gradita con temperature elevate (si sale sul lato al sole). Anche in questo caso però l’ambiente compensa disagio e fatica.
Entrambi vengono meno passato il piccolo nucleo di Villard d’Abas, dove un ragguardevole punto panoramico esorta alla sosta. Il vallone si apre e lo sguardo si posa sul borgo di Fours-St Laurent. La pendenza si attenua e, passato un ponte, si procede in falsopiano in ambiente più accogliente, raggiungendo il villaggio.
Altra sosta, necessaria per apprezzare la Chiesa di St Laurent e, al contempo, beneficiare della fontana: la prima che si incontra. La meta del giorno non è lontana e la si raggiunge piacevolmente grazie a un tratto dapprima in lieve pendenza e da ultimo pianeggiante.
Lasciata a destra la via principale per il Col de La Cayolle (a domani), ecco Bayasse, villaggio alpino del Comune di Uvernet, in bella posizione in una conca al punto di incontro tra il Vallon de Bachelard e il Vallon de La Moutière. Il primo scende dal Col de La Cayolle, il secondo (percorso da una carrareccia), scende dal Col de La Moutière, agevole accesso agli altopiani ai piedi della Cime de La Bonette, dove transita la nota strada percorsa dal Tour de France nel 2024.
Due i possibili “ricoveri” per la notte: all’ingresso dell’abitato il moderno Refuge-Hotel de Bayasse, già centro visita del Parco del Mercantour, oppure, poco oltre, il più rustico Gite de Bayasse, chambres d’hotes, dove gustare il pane e la birra prodotti artigianalmente. Noi optiamo per il primo dove avevamo già soggiornato per un paio di notti l’anno passato, costretti a un allez-retour dalla chiusura del Col d’Allos.
Nel tardo pomeriggio il cielo fattosi plumbeo inizia a borbottare, ma la gestrice dell’albergo è risoluta: demain beau temp!
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